Schermata 2015-12-01 alle 14.03.20Viene presentato un caso clinico in cui una donna di 30 anni si presentava alla mia attenzione per trattare l’elemento dentario 1.1 che presentava mobilità di grado 2 e sondaggio di più di 10 mm sul lato vestibolare e palatale. Dopo aver constatato che l’elemento interessato non era recuperabile si procedeva alla sua estrazione e in sede intraoperatoria, con una sonda parodontale, veniva evidenziata la mancanza della corticale vestibolare. Per preservare la morfologia della cresta e allo stesso tempo evitare la proliferazione dei tessuti molli, veniva inserito nell’alveolo un innesto di idrossiapatite eterologa e una membrana non riassorbibile Cytoplast TXT sagomata a cono gelato (Tarnow D, Elian N, Barber D, Barbosa E, Hoffmann O), lasciata parzialmente esposta.

A distanza di circa 28 giorni senza anestesia la membrana veniva sfilata e la ferita lasciata guarire per seconda intenzione.
Dopo circa 6 mesi veniva posizionato un impianto nella sede interessata e, per ispessire ulteriormente i tessuti, si posizionava ulteriore idrossiapatite bovina e su di questa si suturava un innesto di tessuto connettivo prelevato dal palato a mo’ di membrana.

A distanza di 4 mesi si procedeva alla scopertura dell’impianto, al condizionamento dei tessuti con un provvisorio e al restauro definitivo che consisteva in una corona in disilicato di litio cementata su un moncone in zirconia.

1-34-67-910-1213-1516-1819-2122-24