PRF  Il concentrato piastrinico ad uso ambulatoriale. L‘orginale metodo Choukroun.

La chirurgia moderna, dalla più semplice alla più avanzata, richiede sempre maggiori attenzioni, per il successo clinico, ma anche per contenere il disagio stesso del paziente.

1L’impiego dei concentrati piastrinici promette da qualche tempo, una più rapida guarigione dei tessuti ed un migliore decorso post operatorio.
Il metodo PRF (Platelet Rich Fibrin – Fibrina ricca di piastrine) appartiene ad una nuova generazione di concentrati piastrinici che consentono una preparazione semplificata, senza necessità di manipolazione biochimica del sangue.

Questa metodica non richiede l‘uso di anticoagulanti né di trombina di origine bovina o di qualunque altro agente gelificante, si tratta infatti di un preparato totalmente autologo che utilizza soltanto il sangue del paziente sul quale il concentrato piastrinico verrà poi successivamente utilizzato.

Dal punto di vista giuridico, trattandosi di emocomponenti, la materia viene regolamentata dai “Centri Trasfusionali” che rilasciano, tramite le ASL di competenza, le necessarie convenzioni al medico che intende adottare questa metodica nel suo studio.

PRF è stato messo a punto dal Dr. Joseph Choukroun (Choukroun J, Adda F, Schoeffler C, Vervelle A. Une opportunité en paro-implantolo-gie.
Le PRF (Platelet-Rich Fibrin). Implantodontie 2001;41:55-62) per la chirurgia orale e maxil- lofacciale.
Le numerose pubblicazioni a livello internazionale, confermano il ruolo importante che questa tecnica gioca nella guarigione tissu- tale ed i suoi numerosi vantaggi.

La matrice che si ottiene attraverso il metodo PRF è costituita da fibrina autologa che concentra al proprio interno, un insieme di leucociti, piastrine e fattori di crescita che generano una vascolarizzazione più veloce ed accurata. PRF possiede infatti proprietà angiotrofiche, emostatiche e osteoconduttive.

Le proteine deputate alla formazione di nuovo osso (o fattori di crescita) intrappolate nella matrice fibrinica vengono rilasciate in maniera lenta e graduale, e numerosi studi hanno dimostrato la loro capacità di indurre l‘osteogenesi (Dohan D, De Peppo G, Doglioli P, Sammartino G.; Rilascio lento dei fattori di crescita e della trombospondina-1 nella fibrina ricca in piastrine (PRF) di Choukroun: un gold standard da raggiungere per tutte le tecnologie chirurgiche dei concentrati di piastrine Growth Factors (Fattori di crescita) feb. 2009; 27 (1): 63-69).

2La rapidità della neo formazione ossea è da ricercarsi nell‘aumentata capacità di formazione e di organizzazione del coagulo sanguigno eser- citata dal PRF. Più che un vero e proprio aumento della proliferazione cellulare ossea, il PRF sarebbe in grado di stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni (neoangiogenesi) e fornirebbe un‘impalcatura di fibrina (bio-scaffold) idonea alla migrazione cellulare, aspetti fondamentali per il processo di rigenerazione ossea.

Il protocollo per la preparazione del PRF è molto semplice e richiede esclusivamente il prelievo di pochi ml. di sangue con provette sterili e senza anticoagulanti, e la sua immediata centrifugazione a 1.300 giri per 8 minuti.

Un tempo limitato tra il prelievo del sangue e la sua centrifugazione, è la discriminante più importante per ottenere un prodotto clinicamente valido. In caso contrario infatti, il fibrinogeno verrà trasformato in fibrina, diffusamente in tutta la provetta, ed in seguito alla centrifugazione si potrà osservare una minima quantità di PRF con scarsa consistenza e pertanto inutilizzabile.

3L’assenza di anticoagulante nella provetta, favorisce l’attivazione della cascata fisiologica della coagulazione: il sangue comincerà infatti a coagulare dopo 1 o 2 minuti circa. Oltrepassato questo limite, la separazione degli elementi diventerà sempre più difficile.

Il fibrinogeno è inizialmente concentrato nella parte superiore della provetta, ma in seguito, al contatto con la trombina (normalmente pre- sente nel sangue), viene trasformato in fibrina e si disporrà nella porzione centrale della provetta, esattamente tra la fase corpuscolata nel fondo ed il plasma acellulare in alto; ritroveremo pertanto le piastrine tra le maglie di fibrina.

Dopo aver effettuato la centrifugazione del sangue, si preleverà delicatamente dalla provetta il concentrato piastrinico di colore giallo, con l’apposita pinzetta chirurgica e lo si separerà dallo strato inferiore rosso ricco di globuli rossi (Fig. 3).

PRF è un materiale estremamente versatile che a seconda dell’applicazione clinica può essere preparato in modi diversi: sotto forma di membrane o frammenti, oppure di tamponi (per i siti post estrattivi).

4Le membrane si ottengono pressando il concentrato all’interno del kit chirurgico dedicato “PRF Box” in questo modo, si ottiene una membrana solida e sottile che può essere facilmente modellata e suturata. E’ sempre consigliabile recuperare l’essudato di PRF che si deposita sul fondo del PRF Box, in quanto estremamente ricco di plasma e proteine (fibronectina, vitronectina).

Le indicazioni per questo primo tipo di preparato sono numerose:

• Nel contesto dell’applicazione di innesti ossei, insieme al biomateriale ed in alternativa alle membrane riassorbibili.
• In chirurgia parodontale, in sostituzione o unitamente al prelievo connettivale.
• Nella gestione dei siti di prelievo del tessuto connettivale.
• Nel rialzo di seno mascellare, per prevenire o gestire le perforazioni della membrana Schneideriana.
• Nella gestione dell’alveolo post-estrattivo, al fine di ottenere una migliore e più rapida guarigione dei tessuti.

Con riferimento agli innesti ossei, la membrana di PRF è determinante in termini di stabilizzazione e protezione del biomateriale innestato. Frammentata e mescolata con il biomateriale, costituisce un legante biologico tra le particelle ossee e fornisce all’innesto stesso una consistenza biomeccanica importante.

5Il rilascio progressivo delle citochine intrinseche alla matrice fibrinica del PRF, favorisce le successive fasi di rimodellamento del tessuto connettivale ed osseo.

L’applicazione delle membrane di PRF a copertura del sito post estrattivo, consente di ottenere una rapida neoangiogenesi ed una epitelizzazione di tutto il sito neutralizzando i fenomeni infettivi, o perlomeno quelli infiammatori presenti nell’area d’intervento.

L’utilizzo di membrane in PRF è fortemente consigliato vista la loro maneggevolezza intraoperatoria e la facile versatilità associata al sorprendente valore biologico e biochimico.

Si può notare a soli 5 gg l’ottimo aumento ottenuto a livello orizzontale, la stabilità dei tessuti molli ed il loro trofismo, associati ad un primo risultato soddisfacente (Dr. Fortunato Alfonsi, Dr.ssa Tiziana Sarrocco, Dr. Antonio Barone “Management dei tessuti duri e molli nelle riabilitazioni protesiche dei settori ad alta valenza estetica : valutazione di un caso clinico”)

7Nei settori anteriori, dove l’estetica gioca un ruolo fondamentale ed in particolare nelle situazioni che presentano un biotipo gengivale molto sottile, le membrane in PRF rappresentano una valida soluzione per aumentare lo spessore gengivale.

Ma ora, la continua attività di ricerca del Dr. Choukroun ha portato ad un nuovo protocollo: l’I-PRF iniettabile, un concentrato piastrinico in fase liquida ad alta concentrazione di leucociti, che coagula dopo pochi minuti.

Questo “super PRF” si ottiene attraverso una centrifugazione del sangue a 700 giri/min. per 3 minuti e adottando delle speciali provette “I-PRF”.

6Anche se il suo utilizzo è ancora agli albori, il protocollo I-PRF rappresenta una vera e propria innovazione scientifica e clinica ed i risultati ottenuti in chirurgia orale ed in medicina rigenerativa sono già molto promettenti.

8In odontoiatria, I-PRF sta dimostrando la sua efficacia nelle seguenti applicazioni:

• iniettato nei tessuti molli per aumentarne la vascolarizzazione e migliorarne il biotipo.
• iniettato nella cavità sinusale dopo l’inserimento del biomateriale per il rialzo di seno.
• iniettato sull’innesto osseo particolato per migliorarne la stabilità (solidità clinica).
In futuro, è possibile prevedere un ampio sviluppo del PRF oltre la chirurgia orale e maxillo-facciale, come ad esempio in chirurgia plastica e ortopedica e nelle due nuove versioni, PRF rappresenterà sicuramente un approccio alla chirurgia rigenerativa decisamente più nuovo e semplice.
Grazie al PRF, i processi riparativi a seguito di un intervento chirurgico, vengono accelerati e diminuiscono le probabilità di infezione e di complicazioni postoperatorie, migliorando anche il comfort del paziente.

Sostanzialmente si può dire che con PRF, viene potenziata in modo naturale e completamente autologo, la capacità di guarigione dei tessuti