Dr Luigi Canullo, Libero professionista in Roma – Università di Bonn – Germania.

Il caso documenta la rigenerazione di un difetto osseo verticale (> 5 mm) in zona mandibolare con inserimento contestuale di impianti. L’unico materiale da innesto utilizzato al di sotto della membrana Gore-tex è stata una matrice di osso bovino. A 6 mesi dalla chirurgia è stato effettuato il rientro che ha dimostrato istologicamente un buon risultato rigenerativo. Il follow-up clinico e radiologico hanno dimostrato la stabilità della rigenerazione anche dopo 7 anni.

 
DESCRIZIONE DEL CASO
La paziente, di 58 anni, si è presentata all’at- tenzione del clinico per la decementazione del ponte 44-46 che evidenziava la mancanza dei denti 46 e 47. All’esame clinico si evidenziava una curva di Spee inversa nell’arcata destra e, sul 1.7, la presenza di una carie distale destruente ac- compagnata da un significativo riassorbimento osseo (Fig. 1). L’impossibilità di restaurare l’1.7 ne ha indicato l’estrazione.

La motivazione della paziente, il perfetto stato di salute gengivale e l’assenza di controindicazio- ni sistemiche hanno suggerito la riabilitazione della sella edentula distale attraverso l’utilizzo di impianti e una rigenerazione ossea verticale con membrane non riassorbibili, in accordo con la Letteratura1-3.

La riluttanza della paziente a effettuare un prelievo dalla zona mentoniera secondo i dettami della Letteratura, in accordo con la nascente Letteratura4 ha suggerito l’utilizzo di osso bovino deproteinizzato, materiale che aveva dimostrato eccellenti risultati nel rialzo del seno e nella chirurgia rigene- rativa classica5.
Previo un’incisione crestale con tagli di scarico verticali, il tessuto osseo è stato esposto e i frustoli di connettivo sono stati rimossi. Dopo la preparazione dei letti implantari (Fig. 2a), la corticale ossea è stata perforata per aumentare l’apporto di sangue.

 

implantologia, rigenerativa ossea verti

 

Quindi, gli impianti sono stati inseriti con la piattaforma posizionata a livello del picco osseo mesiale, evidenziando un difetto verticale di 5 mm (Figg. 2b,c). Una volta stabilizzata la membrana nel suo aspetto linguale (Fig. 3a), l’innesto osseo è stato posizionato a coprire completamente il difetto (Fig. 3b).

Quindi, la membrana è stata ribaltata e fissata vestibolarmente. Previa mobilizzazione dei lembi, è stata effettuata una sutura a materassaio orizzontale e a punti staccati. Le suture sono state rimosse a 14 giorni.
A 6 mesi di distanza, non si è evidenziata alcuna complicanza (Fig. 4). Previa un’incisione crestale, la membrana è stata rimossa mostrando che l’osso si era rigenerato al di sopra delle piattaforme implantari (Fig. 5).

 

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Per testare la qualità ossea, sono stati prelevati, con l’assenso della paziente, due carote ossee. L’analisi istologica ha dimostrato una buona rige- nerazione ossea (regenerated bone: 35%) (Fig. 6).
Nei tessuti ossei neoformati, non completamente mineralizzati, sono stati evidenziati un elevato nu- mero di osteoblasti (bone marrow: 13%). È stato possibile dimostrare, tuttavia, la presenza di parti- celle di alloinnesto non ancora riassorbite (quasi il 50%), anche se contigue con osteoclasti (Fig. 7). Si è quindi provveduto al posizionamento dei monconi provvisori e delle suture (Fig. 8a).

Presa l’impronta (Fig. 8b), attraverso una ceratura diagnostica (Fig. 9a), il tecnico ha preparato i monconi implantari, i provvisori (Fig. 9b), le strutture metalliche degli impianti e le strutture dei denti 4.4 e 4.5 (Fig. 9c).
Allo stesso tempo, il ristabilimento della curva fisiologica nell’arcata inferiore ha guidato la correzione di quella superiore.
Finalizzata l’occlusione e attesi i tempi di matura- zione dei tessuti molli, si è provveduto al restauro definitivo dei quadranti superiori ed inferiori (Fig. 10). Le radiografie di controllo mostrano un minimo rias- sorbimento periimplantare dovuto alla riformazione dell’ampiezza biologica.
I dati radiografici e clinici confermano la stabilità dell’occlusione e dei tessuti periimplantari (molli e duri) anche dopo 7 anni dalla prima chirurgia (Figg. 11-13).

 

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