dolci[0]_contenuti_notizie_1504_250_575_2Il Prof. Giovanni Dolci è morto. A giugno aveva compiuto 80 anni e da circa 8 anni aveva lasciato il suo incarico a La Sapienza di Roma. Lo ricorda per noi l’amico Maurizio.

“Un paio di settimane or sono è venuta a mancare anche la sua adorata moglie, Signora Sandra. La Vita li aveva così indissolubilmente legati che la stessa Morte non se l’è sentita di dividerli per tanto tempo.

A primavera ero andato a prenderlo a casa per andare ad un pranzo con i soliti comuni amici e salendo in auto, sorridendo mi disse:”Ho una brutta notizia. Ho una metastasi in fase avanzata, ma sono sereno”.

Ho continuato ancor più di prima, compatibilmente con le sue condizioni di salute, a frequentarlo il più delle volte con i nostri amici comuni, la gran parte docenti universitari di odontoiatria. Spesso ricevevo una sua telefonata che esordiva come sempre con il proverbiale: “Sono Dolci”.

Durante questo periodo sono andato a trovarlo quando faceva la chemio al Sant’Andrea di Roma, altre volte nella sua bella casa non molto distante dal mare di Ostia e dalla Tenuta di Castelporziano del Presidente della Repubblica, qualche volta insieme anche a Massimo Maculan e non mancava occasione di ritrovarsi a pranzo insieme ai soliti amici comuni.

A fine luglio-inizio agosto ho saputo che anche la Signora Sandra aveva un tumore in fase avanzata e ciò aveva impedito le vacanze nella loro Chiavenna in Valtellina.

A fine agosto in un attimo di scoramento mi disse:”Sono stanco. Non ho più voglia di reagire. Se Sandra se ne andrà prima, io la seguirò subito dopo”. In tanti anni, per la prima volta lo avevo sentito arrendersi.

Ma ai primi di ottobre ci siamo ritrovati con i soliti amici comuni a pranzo al Ghetto e con enorme piacere avevamo rivisto il Prof in forma. Ci disse che era ingrassato di 6 chili e per “festeggiare” l’avvenimento aveva ordinato i piatti che più amava: cervello e carciofi.

L’ho rivisto qualche giorno dopo, lunedì 12 ottobre, alla splendida Basilica di San Saba ai funerali della moglie. In una chiesa piena provò a prendere la parola ma gli riuscì di dire solo che in quella Chiesa si erano conosciuti con la Signora Sandra, poi l’emozione ebbe la meglio.

Un paio di giorni dopo, mi telefonò per commentare alcuni telegrammi di condoglianze che aveva ricevuto e per concordare di andare a pranzo insieme il sabato successivo ad Ostia Antica al ristorante in cui insieme agli amici più cari aveva festeggiato gli 80 anni. La domenica successiva contava di andare a Chiavenna a passare qualche giorno di riposo.  Venerdì 16 ottobre, mi chiamò per dirmi che non si sentiva molto bene e che non se la sentiva di andare a pranzo.

E’ stata l’ultima volta che ho parlato con lui. Stamattina ho appreso la notizia della sua morte , mentre ero a Roma in un centro commerciale a ritirare una stampante in riparazione ed adesso mi ritrovo a scrivere queste quattro indegne righe con in testa un uragano di sentimenti e ricordi e negli occhi qualche lacrima che non si decide a scendere, mentre i sentimenti più personali e intimi li serbo in cuore e, come al solito, sono incapace di manifestarli.

Ciao Prof, non avrò più l’occasione di vederLa e di sentirLa al telefono, nè di andare a pranzo insieme a ridere, scherzare e commentare i fatti del giorno.

Ognuno dei giorni che mi sarà dato vivere, mi accompagnerà però il Suo ricordo insieme al ricordo delle persone che più mi sono state e mi sono care.

Ringrazio ANTLO e Massimo che mi danno la possibilità, attraverso queste quattro righe, di iniziare a metabolizzare questo momento che più che la carta di identità, mi rivela il peso dei tanti anni ma anche cosa significa dover continuare a vivere con un “vuoto” accanto.”

Maurizio Troiani