Genova: Sono arrivati all’alba con i tir e protetti da guardie armate hanno portato via gli impianti della Kavo Promedi, azienda tedesca controllata dal gruppo Usa Dahaner, che ha la sua sede genovese in via del Commercio a Nervi.

image-H160206173051La scena ha lasciato sconcertati i 16 operai della ditta tedesca Kavo Promedi (collegata a un gruppo americano), produttrice di attrezzature per gli studi odontoiatrici e dentistici: via gli stampi e i progetti, fondamentali per proseguire la produzione.

A denunciare l’accaduto sono stati i lavoratori che questa mattina sono rimasti fuori dai cancelli e, tenuti a distanza dalle guardie armate, hanno chiamato la Polizia. “Nei giorni scorsi – spiega Bruno Manganaro, segretario generale della Fiom Genova – un nostro funzionario aveva incontrato l’amministratore delegato che non ha fatto alcun accetto di crisi o, tanto meno, a quanto si e’ verificato oggi”. L’azienda genovese occupa, ad oggi, 16 operai a tempo indeterminato e altri 6 a tempo determinato. Sul posto sono arrivati, nel pomeriggio, anche gli assessori comunale e regionale allo Sviluppo Economico, rispettivamente Emanuele Piazza e Edoardo Rixi. Sembra che le lettere di licenziamento siano state inviate solo 24 ore prima e che sarebbero dovute arrivare solo questo lunedi mattina.

Aggiornamento alle ore 16:30

Tutti i macchinari sono stati riportati nello stabilimento produttivo e i camion allontanati, lunedi mattina si terra’ un incontro (infuocato) tra la delegazione dei lavoratori e la dirigenza di Kavo che, oltre a spiegare il Bliz notturno, cerchera’ con Confindustria una possibile mediazione.

Sicuramente la giornata di lunedi sara non facile per nessuno, la sfiducia dei lavoratori nella dirigenza è sicuramente tanta ma il fatto che anche i TG nazionali abbiano riportato la notizia ci fa pensare in una piu’ probabile risoluzione pacifica.

Aggiornamento 8 Febbraio

Tredici lavoratori della Kavo Promedi saranno in aspettativa retribuita per 75 giorni, il tempo della procedura di licenziamento collettivo, intanto il 15 febbraio azienda e sindacati torneranno ad incontrarsi in Confindustria, gli altri tre verranno mantenut in organico dalla società. E’ il primo risultato strappato nel corso di un incontro tesissimo che ha visto la partecipazione anche degli assessori Emanuele Piazza del Comune ed Edoardo Rixi della Regione dopo il tentato blitz di sabato .

L’azienda, che produce apparecchiature per dentisti in via del Commercio a Nervi, aveva fatto partire le lettere di licenziamento ai 16 dipendenti più 6 interinali venerdì pomeriggio e aveva mandato i camion dei traslochi per smontare i macchinari e portare via tutto nel fine settimana, prima che le lettere arrivassero. Il blitz è stato sventato per caso da un dipendente che passando ha visto i camion e ha lanciato l’allarme. Sabato sono arrivati in azienda subito i sindacati e i rappresentanti delle istituzioni e due Tir sono stati bloccati.

L’azienda a quel punto ha accettato di venire all’incontro che si è appena concluso. I dirigenti della società, un’azienda tedesca controllata da una multinazionale americana, hanno ammesso candidamente di aver voluto evitare gli scioperi che inevitabilmente sarebbero seguiti alla dichiarazione di chiusura dell’unità produttiva.

C’è stato anche un confronto duro tra gli assessori e l’amministratore delegato. Alla fine la società ha accettato una sorta di tregua: per il momento il resto degli impianti non avrranno smantellati, anche se alcuni camion con i macchinari erano già partiti nella notte, e i lavoratori, visto che l’attività è finita, resteranno in aspettativa retribuita fino all’avvio ufficiale della rtattativa, il prossimo 15 febbraio.

All’incontro sono arrivati anche i dipendenti della Kavo Italia, la società commerciale, che secondo i vertici dell’azienda non verrà toccata dalla rioganizzazione, ma che comunque sono preoccupati. “Un comportamento da barbari _ denuncia Bruno Manganaro, segretario generale della Fiom _ la situazione resta difficilissima, ma almeno abbiamo una trattativa”.

Il timore è anche che un comportamento del genere, secondo la Fiom, possa essere adottato da altre imprese. “L’azienda ci ha negato che ci sia la possibilità di recedere dalla decisione frutto di una riorganizzazione aziendale _ spiega Alesandro Vella, segretario FIm- Cisl _ ma questo non è comunque un metodo accettabile di gestire una vertenza sindacale”.

Fonte Repubblica