protesiC’è stato un tempo nel quale si chiamava “protesi totale su sfere” ed era una soluzione di ripiego, economica, da proporre solo alla solita vecchietta che non riusciva piu’ a tenerla ferma.

Questa tipologia di paziente li vedevo sempre sul bus che da casa mi portava a scuola o in universita’.

Genova è sempre stata una citta’ con una popolazione anziana molto importante, è sempre stata una citta’ dove la fascia di popolazione povera adorava viaggiare in autobus alla mattina verso le 7:30, li vedevi masticare queste povere protesi totali come noi masticavamo chewingum.

L’implantologia ha permesso di stabilizzare queste protesi con soluzioni di tipo sferico e ritenzioni ad O-Ring

equatorDa qualche anno pero’ , complice il mia grande amico Raffaele, non la chiamiamo piu’ “protesi totale” ma il suo nome è cambiato in “Protesi rimovibile” che è decisamente piu’ nobile e anche negli studi e nei laboratori abbiamo iniziato a vere questa soluzione con occhi diversi.

L’evoluzione dei materiali e l’evoluzione delle componentistiche protesiche permette oggi di risolvere casi complessi con soluzioni semplici e spesso economiche.

Negli anni ho rivalutato questo tipo di protesizzazione, ricordo un viaggio di ritorno da un corso su chirurgia guidata, in macchina, con un giovane odontoiatra di La Spezia dove lui mi illuminava sui vantaggi di questa tipologia di soluzione.

Oggi la mia prima scelta su pazienti con eta’ superiore ai 70 anni è la protesi rimovibile, l’esperienza di questo giovane collega e l’esperienze di gestione dei miei famigliari piu’ anziani mi ha fatto prendere questa decisione, spiegare al paziente che oggi la propria indipendenza permetterebbe una corretta gestione di un a protesi tipo Toronto ma nel tempo le cose possono cambiare e una protesi rimovibile è decisamente piu’ gestibile mantenendo un confort sovrapponibile ad una soluzione fissa.
locator-lowCerto… Giuseppe , io mio tecnico, ha dovuto seguire e imparare da quello che considero uno dei piu’ bravi tecnici in italia Carlo Borromeo.

Oggi mi sento molto sicuro nel proporre questa soluzione e l’industria mi sta supportando adeguatamente.

Le mie scelte sono fondamentalmente su 3 tipologie di attacco, Locator, OT-Equator e Sphero Block.

Queste 3 soluzioni possono sembrare uguali come funzionamento ma hanno piccole differenze che mi permettono di scegliere l’attacco piu’ idoneo a seconda del caso.

Locator è un attacco molto costante nel suo decadimento, ha il vantaggio di avere due soluzioni di ritenzione differenti a seconda del disparallelismo tra gli impianti, ha di negativo ma dimensione orizzontale.

OT-Equator è un attacco davvero interessante, piccolo nelle sue dimensioni orizzontali e verticali, una sola scelta come cappette ritentive ma che recuperano un discreto disparallelismo , è una via di mezzo tra le piccole e le grandi divergenze di Locator, ha di negativo un decadimento poco costante infatti tengono bene fino all’ultimo ma quando decidono di mollare il loro decadimento è abbastanza rapido.

Sphero Block sono i piu’ anziani come soluzione, permettono un bascullamento della cappetta ritentiva e recuperano un discreto disparallelismo, ha un costo inferiore a tutti i concorrenti e ha di contro la dimensione verticale non indifferente.

smart-box2Se parliamo di barre, dove gli attacchi sono posizionati in laboratorio la scelta è quasi sempre OT-Equator per gli attacchi occlusali e Sphero Block per quelli posizionati orizzontalmente ( e qui emergono tutti i corsi e consigli di Carlo Borromeo )

Oggi sono in attesa di provare le nuove ritenzioni di Rhein83 da montare su OT-Equator, ritenzioni che permettono di recuperare fino a 60° di disparallelismo.

Ho provato a chiedere a Raffaele ma da buon siciliano.. muto è… nessun demo è uscito dalla sua borsa e nessun prezzo è uscito dalla sua bocca.

Questa soluzione di Rhein83 potrebbe essere la condanna a morte di Locator che con le sue cappette per grandi divergenze mi ha sempre risolto tanti problemi… mi tocca aspettare Raffaele… stimolarlo con una cenetta e una foto con pollici alzati!

Thomas Neko

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