“In un paziente sano con una dentatura perfetta, si notano diverse reazioni che si possono instaurare se viene posizionato sul secondo molare un solo restauro alto con interferenza deviante su un piano inclinato. Ci sono molti modi in cui il paziente può reagire allo stesso specifico agente causale:
- Il dente può diventare sensibile al caldo o al freddo o può dolere.
- Il dente può diventare sensibile nell’atto masticatorio.
- Il dente può diventare mobile.
- Il dente si può usurare eccessivamente.
- La mandibola può essere deviata dall’interferenza verso altri denti che iniziano a mobilizzarsi.
- Se la mandibola viene deviata in avanti, si possono abradere altri denti.
- Altri denti possono diventare dolenti perché vengono traumatizzati alla fine dallo scivolamento.
- La deviazione forzata della mandibola può determinare dolore, iperattività o contrazione spastica dei muscoli masticatori.
- Lo spasmo della muscolatura può produrre un trisma.
- Può sorgere una cefalea tensionale.
- La combinazione di denti dolenti, muscoli sofferenti e cefalee può determinare stress e tensione.
- La tensione e lo stress costanti possono condurre a depressione.
- La combinazione di incoordinamento muscolare e deviazione mandibolare può comportare alterazioni condilo/menisco.
- L’eventuale dislocazione del disco articolare, dovuta a iperattività e incoordinazione muscolare, può dare inizio a una compressione dolorosa dei tessuti retrodiscali.
- Alla dislocazione del menisco e alla conseguente perforazione dei tessuti retrodiscali può far seguito il quadro tipico dell’artrite degenerativa.
- Tutte le precedenti possibilità.
- Nessuna delle precedenti possibilità.
Tutti i segni e i sintomi elencati precedentemente possono essere il risultato diretto dello stesso agentecausale: l’interferenza occlusale del secondo molare. Nessuno dei fattori accessori che hanno alterato la risposta ha realmente causato il problema. Se la noxa causale (il contatto occlusale deviante) fosse stata corretta prima che si instaurassero danni irreversibili, tutti i sintomi sarebbero scomparsi senza che si fossero stabiliti cambiamenti nella resistenza dell’ospite o livelli di stress emotivo.
La resistenza dell’ospite non è la sola variabile. Differenze nell’intensità della funzione possono alterare drammaticamente la risposta. Lo stesso tipo di interferenza occlusale può passare completamente inosservato in un paziente molto rilassato che non abbia tendenza al bruxismo o al serramento. I respiratori orali, o le persone che dormono con la bocca aperta, avranno pochi o nessuno dei sintomi sopra elencati perchè in assenza di contatto non si verifica danno dentale. La stessa persona, sotto stress intenso, può iniziare a digrignare o serrare i denti, innescando il sovraccarico dei muscoli e mettendo in moto uno schema di evitamento, che produce sintomi a liverllo dei denti,dei muscoli e forse anche delle articolazioni.”da Occlusione funzionale di Peter E. Dawson.
Questo è qualcosa a cui dobbiamo pensare costantemente nella nostra routine professionale quotidiana. Stabilire una relazione causa effetto, vale a dire arrivare a una diagnosi è quanto di più difficile per un medico. Il determinismo che contraddistingue il pensiero della nostra epoca, ci porta a pensare che qualsiasi evento abbia una e un’unica possibile causa. Niente di più sbagliato purtroppo a noi professionisti vengono proposti protocolli e terapie “ da manuale”, ma raramente ci viene insegnato il ragionamento che porta al flow-chart diagnostico.
Cordialmente
dr. Massimo Mazza
Fonte: http://www.massimomazza.it/blog/quanto-difficile-puo-essere-la-diagnosi/