Dopo 25 anni di implantologia posso affermare che il concetto di vite protesica sia ancora poco conosciuto o sottovalutato.
Spesso mi capita di dover aiutare persone, amici, in difficolta’ con delle viti protesiche rotte o allentate.
Il problema dello svitamento o allentamento di una vite è presente su tutte le connessioni implantari, ad eccezione delle connessioni prive di vite.. logico..
Proviamo ad immaginare due possibili scenari e vediamo come potremmo risolverli.
Scenario N1: Il caso della vite allentata.
Quando si riscontra una vite protesica allentata vuol dire che è subentrato un elemento di disturbo tale da far perdere precarico, quindi serraggio , alla vite stessa.
Una vite si puo’ allentare per micro o marco movimenti del moncone o anche per vibrazioni come quelle provocate dalla stessa voce del paziente, vi sembra impossibile che la voce del paziente possa fare questo??
Invece è possibile..prova a mettere una mano davanti alla bocca e parlare con tono basso; le vibrazioni che arrivano al palmo della tua mano avvivano anche all’impianto !!
Torniamo pero’ al nostro paziente con la vite allentata… la prima cosa da fare è capire di che vite stiamo parlando, che tipo di cacciavite servira’ per rimuovere la vite vecchia e sostituirla con una nuova.
Fondamentale, in questo caso, è il passaporto implantare…Il passa che?? Il passaporto implantare !!
Avete presente quel documento che ogni paziente dovrebbe aver ricevuto una volta messo un impianto?
Ecco su quel documento sara’ segnato il tipo di vite usata , il codice, e il suo lotto di produzione.
Se il paziente è privo di questo documento e non sapete che tipologia di impianto dobbiamo gestire , allora vi consiglio uno dei Kit di driver universale che trovate a questo link , questo Kit di driver universale contiene tutte le forme di cacciaviti o driver presenti sul mercato ( o quasi tutte..)
Una volta rimossa la vecchia vite protesica si puo’ procedere con la pulizzia della connessione implantare e del moncone, successivamente si procedera’ con il serraggio con una nuova vite protesica, I ricambi delle viti protesiche le troveremo a questo utile LINK.
E’ fondamentale un corretto serraggio della nuova vite appena sostituita; esistono delle tabelle che indicano il torque, la forza, con il quale dovrete stringere le viti protesiche, per serraggio controllato potete usare degli inserti da contrangolo come quelli presenti nel Kit di driver universale suggerito precedentemento con l’ausilio di un micromotore o con un cricchetto dinamometrico.
La vite che userete potrà essere una vite classica in titanio grado 5 lucidata oppure una di quelle viti con trattamento antisvitamento TiN Coated.
Il trattamento antisvitamento TiN Coated permette alla vite di trasformare maggiore il torque in precarico.
Cerchiamo di capire come una vite TiN Coated ti permettere di ridurre gli svitamenti:
Quando una vite protesica viene serrata si genereranno degli atriti nei punti di contatto che la vite avra nei confronti del moncone (battuta) e dell’impianto (filetto)
In generale bisogna considerare che quasi il 50% della coppia di serraggio applicata viene dispersa nell’ attrito che si sviluppa tra la testa della vite e la superfice a contatto con essa ( battuta dentro il moncone) , come se non bastasse un ulteriore 30% viene disperso nell’ attrito tra le filettature di vite e impianto.
In conclusione poco piu’ del 20% della coppia applicata viene utilizzata per il precarico o tensionamento della vite protesica.
Osservando le considerazioni fatte qui sopra, è facile intuire che ogni variazione del coefficiente di attrito equivale ad un incremento o peggioramento dell’efficacia del serraggio, in questi casi è molto utile utilizzare dei lubrificanti per migliorare la precisione dei vostri serraggi.
La finitura superficiale è anchessa un fattore determinante e può cambiare di molto il coefficiente di attrito.
Le viti con trattamento TiN Coated risentono meno di questo atrito, infatti il TiN Coated funge da lubrificante solido e da finitura superficiale della vite, trasformendo con maggior efficacia la forza di avvitamento (torque) in precarico e allungamento della vite stessa.
Non sono pochi i medici che usano anche un velo di vasellina sintetica (lubrificante) per migliorare ulteriormente il trasferimento di precarico riducendo ulteriormente gli atriti.
Ricordiamoci che anche la battuta dentro il moncone ha un ruolo fondamentale nella gestione degli atriti, spesso un moncone fuso o fresato con cam 5 assi da laboratorio o da un centro fresaggi puo’ presentanare battute interne che devono essere lucidate correttamente.
In questo caso la tecnica della lappatura ci viene sicuramente in aiuto:
Prendiamo una vite nuova e la montiamo sul micromotore da laboratorio, la sporchiamo con un po’ di pasta abrasiva, l’accoppiamo con il moncone e facciamo partire il micromotore.
Cosi facendo la vite andra’ a lappare la battuta interna del moncone, la vite successivamente andra’ nel cestino della spazzatura ma la battuta del moncone sara’ lucida e lappata.
Si potra’ procedere ora al serraggio controllato della nostra vite imprimendo il torque (N/Cm) consigliati nella tabella, è una buona abitudine ristringere la vite anche dopo solo 5 minuti dal serraggio iniziale, questa procedura permettera’ di utilizzare l’allungamento plastico che la vite ha subito con il primo serraggio ( importante non dovete svitare e riavvitare ma solo riavvitare con lo stesso torque )
Scenario N2: Il caso della vite rotta o spezzata.
Puo’ capitare che la vite si spezzi, questo nel 90% dei casi è provocato da un precedente allentamento della vite stessa, i micro movimenti ,innescati la suo allentamento, si trasformeranno i macro movimenti , trasferendo forze di taglio alla vite stessa che si spezzera’ nel suo punto di minor resistenza.
Esiste anche una ridotta casistica dove la vite si spezza anche se correttamente serrata, questo puo’ capitare se le forze masticatorie superano il livello critico di resistenza meccanica del nostro assemblato , moncone , impianto, vite.
In questo caso la vite si sara’ strappera’ per raggiungimento della sua fase plastica e superato il punto di trazione o rottura.
Se ci troviamo davanti a un impianto con una vite rotta il problema principale è quello di rimuovere il frammento rimasto dentro l’impianto.
Comportamento di Viti e Impianti sottoposti a carico
Nella legge fisica di Hooke, l’elasticità è definita così:
L’allungamento di una vite è direttamente proporzionale alla forza di trazione ad esso applicata.
La tensione/ deformazione di una vite presenta un campo elastico e un campo plastico. Nel campo elastico, la legge di Hooke risulta vera.
Tutto l’allungamento applicato all’interno del campo elastico viene alleviato quando il carico viene rimosso.
L’entità dell’allungamento cresce con l’aumentare del carico.
Quando una vite viene tesa oltre il suo carico di prova (carico massimo con il quale la vite può presentare un comportamento elastico), l’allungamento elastico si trasforma in deformazione plastica e la tensione smette di essere proporzionale alla deformazione.
Nella deformazione plastica, una parte dell’allungamento resta anche dopo la rimozione del carico.
Il punto in cui si verifica questo allungamento permanente viene chiamato carico di snervamento.
L’applicazione del carico successivo porta la vite a un punto in cui inizia a cedere, ovvero il suo carico di rottura.
A questo punto, se viene applicata una forza aggiuntiva, la vite continuerà ad allungarsi fino a rompersi. Il punto in cui la vite si rompe prende il nome di punto di trazione.
Proviamo ad analizzare il problema .. e trovare una soluzione..
Il paziente è arrivato in studio con la corona in mano, vediamo che dentro l’impianto è presente parte della vite protesica.
Se il moncone è integro allora è la vite protesicha che si è rotta, quindi la testa della vite sara’ sicuramente separata dal suo corpo filettato.
“ La vite è rotta ma l’avevo stretta con il torque quindi sara’ difficile svitare la parte che è ancora dentro l’impianto, la vite non si era svitata quindi è ancora stretta !! “ Questa è un affermazione assolutamente sbagliata, è propio difronte a queste frasi che mi accorgo che conosciamo poco il funzionamento delle viti protesiche.
Spesso mi sono sentito dire:
Come si vede dalla figura una vite riesce a prendere precarico , e quindi essere considerata stretta o serrata , solo se sono presenti entrambi gli elementi di connessione, l’impianto e il moncone o corona.
Quando il paziente arriva in studio con la corona in mano viene a mancare uno dei componenti basilari per avere e mantenere precarico quindi la vite sara’ tornata a precarico ZERO!
La vite non sara’ piu stretta ma libera da precarico. questo non vuol dire che non si possa essere piegata o deformata quindi bloccata dentro l’impianto.
Ora come facciamo a rimuovere una vite rotta da dentro l’impianto??
La prima cosa da fare è provare a svitarla completamente con una punta da ultrasuoni sufficentemente sottile.
Solitamente si cerca di toccare la sezione restante della vite, tramite vibrazioni associate a piccoli movimenti antiorari andremo ad accompagnare la vite verso lo svitamento completo.
Se questa procedura non fosse efficace abbiamo un kit dedicato alla rimozione delle viti rotte (guarda questo LINK)
Questo utile Kit di rimozione delle viti fratturate è composto da 3 fondamentali parti:
- Un centratore per lavorare in asse con la vite rotta.
- Una fresa o punta ad artiglio che girando in senso antiorario cerchera’ di svitare la vite fratturata
- Una fresa a spirale che sempre girando in senso antiorario perforera’ la vite rotta nel suo nucleo con un duplice effetto di distruzione della stessa e svitamento della parte filettata.
E’ fondamentale , quando usiamo questo Kit di rimozione delle viti rotte , avere pazienza e mano leggera.
La fresa a spirale deve essere usata con l’aggiunta di un lubrificante come la vasellina fluida per ridurre il riscaldamento del nostro impianto.
Guarda il video per carire meglio come usare questo utile Kit
Una volta rimossa la vite è importante pulire bene l’interno dell’impianto, provare una vite per verificare l’integrita’ della filetatura della nostra fixture e procedere quindi con il montaggio di una vite nuova , magari con trattamento TiN Coated e serrando il tutto con una chiave dinamometrica al torque indicato come descritto precedentemente nello Scenario N1.
Sono sicuro che le viti (di qualsiasi marca siano ) continueranno a svitarsi e rompersi e che avro’ modo di parlare con tanti amici e clienti su questo argomento ma almeno ora avremo le idee un po’ poi chiare su come funzionano le viti protesiche e due indicazioni su come gestire le emergenze.
Testi e immagini di Francesco Biaggini